I Trattati
Fiore dei Liberi
Flos Duellatorum - Copia Collezione "Morgan"
TRASCRIZIONE della parte Testuale
(Spada a due Mani)
12 RECTO
Aqui comenzano le guardie de spada a do' mane e sono XII guardie e la prima si è tuta porta di ferro che sta in grande forteza e si è bona da aspetare ogni arma manuale longa e curta e pure ch'ello abia bona spada non una de tropa longheza. Ella passa cum coverte e va ale strette. Ella scambia le punte e le soi ella mette. Anchora rebatte le punte a terra e sempre va cum passi e de ogni colpo ella fa coverta. E chi in quella glie dà briga grande defese fa senza fadiga.
Questa si è posta de donna che pò far tuti setti colpi dela spada. E de tuti colpi ella se pò covrire. E rompe le altre guardie per grandi colpi che pò fare. E per scambiar una punta ella è sempre presta. Lo pe' denanci acrese fora de strada e aquello de dredo passa ala traversa. E llo compagno fa romagner discoverto. E aquello pò ferire subito per certo.
Questa si è posta de fenestra dextra che de malicie e inganni sempre è presta E de covrire e de ferire è lla magistra. E cum tute guardie ella fa questione e cum le soprane e cum le terene. E d'una guardia a l'altra ella va spesso per inganare lo compagno. E a meter grande punte a saverle rompere e scambiar, quelli zoghi ella pò bene fare.
Questa è meza porta di ferro perché sta in mezo ed è una forte guardia ma ella non vole longa spada, ella zetta forte punte e rebatte per forza le spade in erto e torna cum lo fendente per la testa o per gli brazi e pure torna in sua guardia. Perzò ben è chiamada porta per ché ella è forte. Ed è forte guardia che male se pò rompere senza pericolo a venire ale strette.
12 VERSO
Questa si è posta longa ch'è piena de falsità. Ella va tastando le guardie se lo compagno pò inganar. S'ella pò ferire de punta ella lo sa ben fare gli colpi ella schiva e poi fiere s'ella lo pò fare. Più che le altre guardie le falsitade sa usare.
Questa si è posta frontale e alchuni magistri la chiamano posta di corona. Che per incrosare ella è bona e per le punte ella è anchora bona che se la punta gli vene trata erta ella la incrosa passando fora de stada. E se lla punta si ven trata bassa anchora passa fora de strada rebatendo la punta a terra. Anchora pò fare altramente, che in lo trare de la punta torna cum lo pe' indredo e vegna di fendente per la testa e per gli brazi e vada in dente de zenghiaro e subito buta una punta o doe cum acreser de pe', e torni di fendente cum quella propria guardia.
Questa si è posta de donna che pò tuti gli setti colpi fare della spada fare. E de tuti colpi ella se pò covrire. E rompe le altre guardie per grandi colpi che pò fare. E per scambiar una punta ella è sempre presta. lo pe' ch'è denanci acreso fora de strada e aquello de dredo passa ala traversa. E lo compagno fa romagnare discoverto. E aquello pò ferire subito per certo.
Questo si è dente de zenghiare che dello dente de zenghiare fa simile modo de ferire. Ello tra' grande punte per sotto le mane in fin al volto e non se move di passo e torna cum lo fendente zò per li brazi. E alchuna volta tra' la punta al volto e va cum la punta erta e in quello butar de punta ello acrese lo pe' ch'è denanzi subito e torna cum lo fendente per la testa e per li brazi e torna in sua guardia e subito zetta un'altra punta cum acresere de pe' e ben se defende dalo zogo streto.
13 RECTO
Questa si è posta breve che vole longa spada ed è una maliciosa guarda che non ha stabilità. Anche sempre se move e guarda se pò intrare cum punta e con passo contra lo compagno e più è apropiada tal guardia in arme che senza arme.
Questa si è posta de donna la sinistra che de coverte e de ferire ella è sempre presta. ella fa grandi li colpi e rompe le punte sbattele a terra. E intra in lo zogo stretto per lo saver atravesare. Aquisti zoghi tal guardia sa bene fare.
Questa si è posta de coda longa ch'è distesa in terra de dredo ella pò mettere punta e denanci pò covrir e ferire. E s'ello passa innanci e tra' de lo fendente. In lo zogo stretto intra senza falimento. Che tale guardia è bona per aspetare. Che de quella in le altre tosto pò intrare.
Questa è posta de bicorno che sta così serada che sempre sta cum la punta per mezo la strada E aquello che pò fare posta longa pò far questa E similmente dico de posta di fenestra e posta frontale.
13 VERSO
Aqui comenza zogo largo de spada a doe mane cum pocho incrosare, lo honore serà de chi meio saverà fare.
Questo magistro ch'è aqui incrosado cum questo zugadore dise quando io sono incrosado in punta de spada subito io dò volta ala mia spada e sì lo fiero de l'altra parte cum lo fendente zoè per la testa e per gli brazi overo o ch'io gli metto una punta in lo volto. Como vuy vederite qui de dredo da my dipento.
Io te ho posto una punta in lo volto como lo mio magistro ch'è denanci dise. Anchora poria avere fato zò ch'ello dise zoè avere trato de mia spada subito quando io era apresso lo incrosare della parte dritta dell'altra parte zoè della stancha io debeva voltare subito la mia spada in lo fendente per la testa e per gli brazi como ha ditto lo magistro mio ch'è denancy.
Anchora me incroso qui per zogo largo a meza spada. E subito quando io sono incrosado io lasso discorere la mia spada sopra le sue mane e se voglio passare cum lo pe' dritto fora de strada io gli posso mettere una punta in lo petto come vuy vedite qui dredo dipento.
Lo zogho de lo mio magistro io l'ò compido che i' ò fatto la sua coverta. E subito ò fatto el suo ditto. Che i' ò feridi prima gli brazi e poy glie ho posta la punta in lo petto.
14 RECTO
Ello mio magistro che m'è denanci m'à insegnato che quando a meza spada io son cum uno incrosado che subito me debia acresere in denanci e pigliare la sua spada a questo partito, per ferirlo taglio o punta. Anchora glie posso guastare la gamba per lo modo che voy possete vedere aqui dipento a ferirlo cum pe' sopra la schena della gamba overo sotto lo zinochio.
Lo scolar che m'è denanzi dise del suo magistro e mio che lo glie ha insignado questo zogo e per vezuda??? io lo fazo. A farlo senza dubio ello m'è pocho impazo.
Questo zogo è chiamado lo colpo del vilano e si fa per tal modo. Zoè che si de' aspetare lo vilano ch'ello traga cum sua spada. E quello che aspeta lo colpo de' stare un picolo passo cum lo pe' stancho denancy. E in quello che lo vilano te tra' per ferirte, acrese lo pe' stancho fora de strada inverso la parte dritta. E cum lo dritto pe' passa ala traversa fora de strada pigliando lo suo colpo a meza spada e lassa discorere la sua spada a terra e subito respondigli cum lo fendente per la testa overo per gli brazi overo cum la punta in lo petto come qui dipento, ancora questo è bono.
Questo è lo colpo del vilano ch'è qui denancy de mi. Che bene glie ho posta la punta in lo petto. E così glie posseria fare uno colpo per la testa e per gli brazi cum lo fendente como è ditto denanci. Ancora s'elo volesse lo zugadore contra de mi fare ch'ello volesse ferirme cum lo riverso sotto gli mie brazi, io subito acrescho lo pe' stancho e meto la mia spada sopra la sua e non mi pò fare niente.
14 VERSO
Quando uno te tra' per la gamba, discrese lo pe' ch'è denanci, o tu lo torna indredo e tra' dello fendente per la sua testa, come aqui dipento. Ben che cum spada a doe mane non se de' trare dello genochio in zù, perché è troppo grande pricolo a quello che tra', che lo romane tuto discoverto quello che tra' per la gamba. Salvo che se uno fosse cazato in terra, ben se poria trar per gamba. Ma altramente non stando spada contra spada.
Aquesto partito che io te fiero cum lo pe' in gli cogliuni el fazo per farte doia, e per farte svariarte la coverta che fazando questo zogo vole essere fato subito, per non aver dello contrario dubito. Lo contrario de aquesto zogo vole essere presto fatto zoè che lo zugadre de' pigliare per la gamba dritta lo scolare cum sua mane stancha e in terra lo pò butare.
Questo zogo che se chiama scambiare de punta e se fa per tal modo zoè quando te tra' una punta subito acrese lo tuo pe' denanci fora de strada a cum l'altro pe' passa ala traversa anchora fora de strada atraversando la sua spada cum gli toy brazi bassi E cum la punta dela spada erta in lo volto o in lo petto come è aqui dipento.
De questo armizar di punta che m'è denanci esse aquesto zogo. Che subito lo scolar che m'è denanci non metesse la punta in lo volto de lo zugadore ch'ello la falasse ch'ello non la metesse in lo volto né in lo petto e perché fosse lo zugadore armado, subito debia lo scolare cum lo pe' stancho inanci passar. E per questo modo lo debia pigliare e la sua spada metere a bon ferire. po' che lo zugadore à presa sua spada non pò fuzir.
15 RECTO
Questo è lo tore de spada lo soprano cum lo mantenire de mia spada io penzo inanci e cum la man mancha io stringo li suoy brazi per modo ch'ello conven perdere la spada. E poi de grandi feride glie farò derada lo scolar che m'è dredo, aquesto zogo mostra como la spada dello zugadore è in terra posta.
Per la presa dello scolare che m'è denanci de mi à fata la spada in terra t'è caduda. Tu lo poy sentire Asai feride te posso fare senza mentire.
Questo zogo se fa per tal modo zoè che uno vada cum lo colpo mezano contra lo mezano de parte riversa e subito vada cum coverta ale strette. E buta la sua spada alo collo dello compagno, pigliando la sua mane dritta cum la sua stancha de si instesso come aqui dipento. Butarlo pò in terra senza falimento metendo lo suo pe' dritto dredo lo suo dritto.
Questa è una altra presa de butare uno in terra cum tuta la spada. Zoè che aquesto scolar incrosa cum lo zugadore della parte dritta e passa ale strette, e cum la mane sua stancha penze lo cubitto dritto del zugadore. E subito glie butta la spada al collo pigliando la sua propia spada al mezo. Ello suo dritto pe' dredo lo suo dritto dello zugadore. Acosì lo butta in terra cum pocho honore.
15 VERSO
Questo è uno altro modo de butar uno in terra. E si fa per tal modo lo scolare se incrosa cum lo zugadore de la parte dritta e si vene ale strette. E cum la mane stancha piglia la spada delo zugadore passando la mezamente della spada e subito butta la sua spada in terra e quella del zugadore propia glie mette al collo pigliando lo mantenere al mezo zoè in mezo de la mane del zugadore. E cum lo suo pe' dritto dredo lo suo dritto e per tal modo lo butare in terra cum la sua spada propria.
Questo è lo mezano tor de spada chi lo sa far tal voltar de spada se fa ad aquesto come se fa allo primo, salvo che le prese non sono uguali. Lo primo tore de spada liga tr'ambeduy gli brazi. Io non voglio avere quigli impazi. Io separo uno brazo e le mane una via dall'altra. El non è si forte che me la possa tegnir che 'l non glie la faza delle mane cadere. Come è ditto de sovra, io son lo tore de spada mezano, che mille volte l'à fatto fior furlano.
Questo è uno altro tor de spada chiamado sottano per tal modo soto a questa como fa lo soprano è sotano zoè cum tal voltare de spada. Per lo camino de le altre aquesta vada. Cum la mane dritta cargando innanci volta tonda cum lo mantenir. E lla mane stancha la volta tonda debia seguir.
Questo è uno altro tore de spada ch'è acosì fatto. Che quando uno è ale strette incrosado lo scolaro de' meter la sua mane dritta per sotto la sua de si instesso. E pigliar quella del zugadore quasi al mezo o ben erto. E subito lasare la sua spada andare in terra e cum la man stancha de' pigliare sotto lo pomo la spada dello zugadore e darglie la volta tonda a man dritta. E subito lo zugadore averà la sua spada persa. E llo scolare cum meza volta togliandoie la spada pò ferir lo zugadore.
16 RECTO
Aqui comenza zogo de spada a doi mane zogo stretto. El modo de rompe(r) tute punte e tagli. In lo quale serano d'ogni rasone coverte feride e ligadure e dislogadure e prese e tore de spada e sbatere in terra per diversi modi. E serano gli remedi e gli contrary de zaschuna rasone che bisogna a offendere e difendere.
Nui stasemo qui incrosadi e di questo incrosare che noy fazemo. Tuti gli zoghi che noy segueno farglie possemo. Acosì uno de noy quale l'altro. E tuti gli zoghi seguiremo uno l'altro como denanci è dito.
Per lo incrosare che à fatto lo magistro cum lo pe' dritto denanci io comprischo lo primo zogo zoè che io passo cum lo pe' stancho e cum la mia mane stancha passo di sopra lo mio brazo e piglio lo suo mantenere dela spada sua. in mezo le soe mane zoè in mezo de lo mantenere. E cum taio e punta, io lo posso ferir e questa presa se pò fare così a spada de una mane come a doe mane e così a incrosare de sotto mane come di sopra se pò far tal presa.
Questo è uno altro zogo che vene delo incrosar dello mio magistro E como ello è incrosado ello pò fare questo zogo e lli altri po' che segueno de dredo, zoè ch'ello pò fare overo pigliare lo zugadore a questo modo e ferirlo in lo volto cum lo pomo de sua spada. Anchora pò ferirlo de fendente in la testa, innanci ch'ello fare coverta presta.
Questo è uno altro ferir de pomo e se pò far subito, se lo volto è discoverto fallo senza dubito, che lo se pò fare armado e disarmado. Quatro denti fora butta de bocha a uno cum tale zogo, che l'à provado. E lla spada se volesse al collo te poria butar come fa dredo da mi quello scolaro.
16 VERSO
Per lo zogo che m'è denanci e como lo scolar ha ditto io t'ò posta la spada al collo. E lla gola te posso ben tagliar, però ch'io sento che tu non ài punto di colaro.
Quando io sono incrosado io passo cum coverta. E fiero in gli toy brazi a questo partito. E questa punta pogno in lo t(u)o volto. E si lo pe' stancho io acresco 'trambe le brazi ti ligarò. Overo ch'in questo zogo che m'è dredo te piglirò zoè che te ligarò la spada e per l'elzo la tegnerò.
La presa che dise lo scolar che m'è denancy quella ti farò, ferire te posso senza impazo e tegno l'elzo de tua spada, de punte e tagli ti fazo derada. E questo zogo rompe ogni tore de spada e llo zogo stretto subito farlo quello guasta.
Questo si è uno altro contrario che contra lo tore de spada e' se fa presto e subito per tale modo. Quando uno si vene tego a incrosare, o passa, o acrese stretto cum lo pe' stancho denanci, e la tua mane stancha piglia la sua mane in la zuntura della sua mane per sotto lo so mantenere. E volta la sua spada inverso parte riversa per tale modo ch'è aq(ui) dipento. E si lo fieri in lo petto, o in lo ventre overo lì che meno glie piase.
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