I Trattati
Fiore dei Liberi
Flos Duellatorum - Copia Collezione "Getty"
TRASCRIZIONE della parte Testuale
(Azza)
35 VERSO
Io son posta breve la Serpentina che megliore d'le altre me tegno. A chi darò mia punta ben gli parerà lo segno. Questa punta si è forte per passare coraze e panceroni, deffendeti che voglio far la prova.
Posta breve serpentina.
Io son posta di vera crose però che cum crose me defendo e tutta l'arte di scarmir e de armizar se defende cum coverte dello armizare incrosare, tra' pur che ben t'aspetto, che zò che fa lo scolar primo dello magistro remedio della spada in arme cum lo modo e cum lo passar tale punta cum la azza mia ti posso far.
Posta de vera crose.
Posta de donna son contra dente zengiaro. Si ello mi aspetta uno grande colpo gli voglio fare, zoè che passarò lo pe' stancho acressando fora de strada e intrarò in lo fendente per la testa. E si ello vene cum forza sotto la mia azza cum la sua, se non gli posso ferire la testa ello no me mancha a ferirlo o in li brazzi o en le man.
Si posta di donna a mi porta di ferro mezana è contraria io cognosco lo suo zogo e llo mio. E più e più volte semo stade ale bataglie e cum spada e cum azza. E sì digo che quello ch'ella dise de poder fare più lo posso far a lei ch'ella lo pò far a mi. Anchora digo che se io avesse spada e non aza che una punta gli metteria in la fazza, zoè, che in lo trar che posta di donna fa cum lo fendente e io son in porta d'ferro mezana a doy mane cum la spada, che subito in lo suo venire, io acresco e passo fora de strada sotto la sua azza per forza io entro e subito cum la mia man stancha piglio mia spada al mezo e la punta gli metto in volto. Sì che tra noy altro che d'malicia è pocha comparacione.
36 RECTO
Coda longa io son, contra posta de fenestra voglio fare de tutto tempo??? posso ferire. E cum mio colpo di fendente ogni azza e spada in terra sbateria, e al zogo stretto forte me faria. Come voy troverete qui gli zoghi di dredo de guardagli a uno a uno che ven prego.
Posta de fenestra son chiamada la sinestra, uno picolo brazo se fa de mi ala destra. Noy non avemo stabilità. Una e l'altra cerca la falsità, tu crederà che io vegna cum lo fendente e io tornerò un pe' indredo e mi muderò di posta. Li che era in la sinestra, io entrerò in la destra. E crezo entrare in gli zoghi che vegneno dredo ben presta.
36 VERSO
Questi sono gli zoghi delli quali le guardie fano questione. Zaschuna le vol pigliare, e crede aver rasone. Quello che pò sbatter la azza dello compagno a terra come è qui depento questi zoghi quello fazza, tutti gli farà se lo contrario non lo impaza.
Lo scolaro chazza alo zugadore la sua azza enfra le gambe, e cum la man stancha ello gli covra la vista. E quando lo zugador non vede e se vole voltare tosto va in terra senza fallare.
Anche lo scolaro che m'è denanzi pò fare questo zogho quando ello è ale strette come veder possete. Lo pe' stancho pogna sopra la sua azza e tra' la sua indredo e la punta metta allo zugadore in la fazza.
Lo scolaro ch'è denançi vede che cum la punta d'la azza non à possudo far niente a lo zugadore in lo volto per la visera ch'è forte. Ello acresse lo pe' stancho, e levagli la visera e la punta gli mette in la fazza cum tanta forza ch'ello pò dare a la sua azza. Questo zogho che fazo seguisse quelli ch'è denançi e poy quelli de dredo tutti quanti.
37 RECTO
Per questa presa che io chosì te tegno cum mia azza te ferirò in la testa, e cum mio brazzo mancho ti metterò in ligadura de sotto la forte, che più che le altre è pricolosa di morte.
Cum meza volta ti cavarò questa Azza de le mane. E tolta che io te lla averò, in quello proprio voltare, io ti ferirò in la tua testa come fa questo scolar che m'è dredo, tu cazerà morto come io credo.
Questo zoghi è dello scolaro che m'è denançi che fazo quello ch'ello à ditto ben lo crezo che in terra cazerai morto per lo colpo che in la testa io t'ò fatto. E se questo colpo non ti basta uno altro ten posso dare e poy per la visera in terra te vorò tirare. Chome qui dredo depento, e quello ti farò se non mi pento.
Quello che dise lo scolaro ch'è denanzi quello io ti fazzo che per la visera in terra ti voglio zitare. E se volesse quello ti faria cum lo abrazare, che meglio che li altri 'e quello so ben fare.
37 VERSO
Questo zogho è liçero d'intender che ben se vede che llo posso in terra zitare. E quando lo sarà in terra dredo me llo vorò strassinare. E quando la coda lunga più non lo tegnerà, delle mie feride asai ello averà.
Questa mia azza era piena de polvere e si è la ditta azza busada intorno intorno et è questa polvere sì forte corrosiva che subito come ella tocha l'ochio, l'omo per nissun modo nol pò avrire e fuorse may non vederà più. E azza son ponderosa crudele e mortale, mazori colpi fazo che altra arma manuale. E se io falisco lo primo colpo che vegno a fare la azza m'è di danno e niente più non vale. E se io fiero lo primo colpo ch'io fazzo tutte le altre arme manuale io cavo d'impazo. E se son cum bone arme ben acompagnada per mia deffesa piglio le guardie pulsative de spada. Signore nobilissimo Signor mio Marchese assay chose sono in questo libro che voy tale malicie non le fareste. Ma per più savere, piazavi di vederle.
Questa è la polvere che va in l'azza penta qui sopra. Piglia lo latte delo titimallo???, e seccalo al sole overo in forno caldo e fane polvere, e piglia di questa polvere uno V e una onza de polvere d'fior d'preda, e mescola insembre, e questa polvere si de' metter in la azza qui de sopra, ben che se pò far cum ogni rutorio che sia fino, che ben ne troverà di fini in questo libro.
38 RECTO
Cum la mia man dritta darò volta tonda ala tua daga menandole in erto per apresso el tuo brazo che tegno. E la tua daga mi remagnirà in mano per pegno. E poi ti trattarò segondo che sei degno.
Si questa daga per apresso 'l tuo cubito levo in erto in mia man remarà a firirte per certo. Benché questo zogho si vol far ben presto, perché lo contrario no gli valga sinestro.
Del Quarto Re e magistro io son contrafattore. E questi zoghi due ch'è denanzi de mi sono fazzo lo contrario che per tal modo gli guastarò le man a lor e a lor Magistro cum una tratta che farò subito.
Se elli fosseno ben armadi io gli guastaria senza dubito.
Io son Quinto Re Magistro per lo cavezzo tenido di questo zugadore. Inanzi ch'ello mi traga cum sua daga per questo modo gli guasto lo brazo perché lo tenir ch'ello mi tene a mi è grande avantazo. Che io posso far tutte coverte prese e ligadure degl'altri magistri rimedi e di lor scolari che sono dinançi. Lo proverbio parla per esempio. Io voglio che ognun ch'à scolaro in quest'arte sazza che presa di cavezzo nissuna deffesa no impaça.
38 VERSO
Questo è un altro modo di guastare lo brazzo. E per venir in altri zoghi e prese, io questo zogho fazo. Anchora digo che se fossi afferrado d'una lanza cum tal firir in lei overo che me disferraria overo che l'asta del ferro io partiria.
Questo è un altro far lassar anchora è meglior da disferar una lanza. Anchora digo che se cum forza io ti fiero in la zuntura de la man che mi tene per lo cavezzo io mi tegno certo che io te la dislogarò, se tu non la fuzi via. Lo contrario io lo voglio palentare???. In quello che lo scolar vene zò cum gli brazzi per dislogar la mano delo zugadore subito lo zugadore de' tore via la mano del cavezzo de lo scolar. E subito cum la daga in lo petto lo pò guastar.
Per questo modo in terra ti voglio butare inanzi che la daga mi vegna approssimare. E si la daga tua sarà a mezo cammin per me ferire, le prese ch'io lassarò e la tua daga vorò seguire, che tu no mi porà offender per modo che sia, che cum li zoghi de li rimedy ti farò vilania.
Questo è un zogho di farse lassar. Salvo che si lo mio pe' dritto dredo lo tuo stancho io fazo avanzare tu porissi andar in terra senza fallo. E si questo zogho a mi non basta, cum altri de la tua daga ti farò una tasta???, però che'l mio chore e l'ochio altro non guarda, che a torti la daga senza dimora e tarda.
39 RECTO
Noi semo tre magistri in guardia cum nostre lanze e convegnemo pigliare quelle dela spada. E io son lo primo che in tutta porta di ferro son posto per rebatter la lanza del zugador tosto, zoè che passarò cum lo pe' dritto ala traversa fora de strada, e traversando la sua lança rebatterò in parte stancha. Sì che llo passar e llo rebatter se fa in un passo cum lo ferire, questa è chosa che no se pò fallire.
In meza porta di ferro io me ò posto cum la lanza. Lo rebatter e lo ferire è sempre mia usanza. E vegna chi vole cum meza lanza o stanga, che rebatter cum passo lo ferir non me mancha, che tutte le guardie che stano fora d'strada, cum curta lanza e curta spada sono sufficienti a 'spettare ogni arma manuale longa. E quelle de la parte dritta covrano e cum coverta passa e metteno punta. E le guardie d'parte sinistra covrano e rebatteno e di colpo fierano e non pò metter chossì ben punta.
39 VERSO
Io son la nobele posta di finestra destra, che in rebatter e ferir sempre io son presta, e de lanza lunga me curo pocho. Anchora cum la spada io 'spetteria la longa lanza stando in questa guardia che ogni punta rebatte, e sì la intarda. E llo scambiar de punta io posso fare, e llo rebatter a terra non se pò fallare. In lo zogho che n'è dredo volemo finire.
In questo zogho finiseno le tre guardie che denanzi sono, zoè, tutta porta di ferro, e porta di ferro la mezana, e posta de fenestra la soprana destra. In questo zogho elle finisseno li zoghi e la lor arte. Come io fiero chostuy per lor parte.
Questo è lo contrario delli tre magistri de la lanza che finisseno in lo zogho che m'è denanzi, e 'l modo voglio dire. Quando gli magistri credeno la mia lanza fora caçare, io dò volta ala mia lanza o ferisco cum lo pedale e chossì ò ben ferro in lo pedale che ala punta. Gli zoghi di questi magistri pocho mi monta.
40 RECTO
Noy semo tre guardie di parte riversa, e io son la prima in dente di zengiaro. Quelle che sono da parte dritta fano quello che fazemo de la riversa. Noy passamo fora de strada inanzi acressando lo pe' ch'è denançi come ditto fora de strada. E de nostre punte de parte riversa fazemo derada. E tutte de parte dritta e riversa convegnemo in punta rebattendo finire, che altra offesa cum la lanza non de pò seguire.
In posta di vera crose io aspetto, tu m'è troppo apresso zoga netto. Lo pe' dritto che m'è denanzi in dredo lo tornerò, e lla tua lanza rebatterò fora de strada, inverso la man dritta. la mia punta non fallirà, la tua sarà fallita.
In posta de fenestra sinistra io son aparechiado, se non ti fiero cum punta tu hay bon merchado. La punta tegnirò erta e li brazzi bassi porterò cum lo pe' ch'è dredo cum quello io passarò fora d'strada a man riversa. La punta ti metterò in lo volto senza nissuna deffesa: El zogho che m'è dredo noy tre Magistri quello possemo fare. Se una volta lo provi non lo voray più provare.
Lo zogho de la lanza qui finisse che io lo fazo d'la parte riversa de lor zoghi mi impazo. Queste tre guardie che sono denanzi fano pensier d'lanza longa o curta de non la fallir, che elle sono offesa e deffesa. E llo contrario di questa punta ben si pò fare, quando la punta se rompe lo pedale se de' voltare e cum quello ferir dello zogo dela lanza ben pò questo bastare.