I Trattati

Sala d'Arme Achille Marozzo

Istituto per lo Studio della Scherma Antica

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Maestri e Trattati

Pietro Monte

Gli Esercizi e l'Arte Militare

Il primo libro occidentale sulle arti marziali e l'educazione fisica
ovvero il volto del cortegiano che Baldassarre Castiglione non ha descritto
"Estimo che la principale e vera profession del cortegiano debba esser quella dell'arme ... E però ... non sarebbe forse stato male ... dir del modo che s'abbia a tener negli esercizi del corpo e come cavalcare, maneggiar l'arme, lottare ...
Disse allor la signora Duchessa ridendo: ... gli esercizi poi del corpo e forze e destrezze della persona lassaremo che messer Pietro Monte nostro abbia cura d'insegnar, quando gli parerà tempo più comodo. "

Baldassarre Castiglione, "Il Cortegiano"

Il trattato originale è in latino tardo-medievale, col titolo "Petri Monti exercitiorum atque artis militaris collectanea In tris libros distincta".
Scritto su finire del XV secolo in forma manoscritta, prende le stampe solo nel 1509 a Milano.
Consta di 159 pagine, di solo testo (ad esclusione di una sola illustrazione sopra il titolo).
Il trattato contiene istruzioni e ammaestramenti sulla scherma con le più svariate armi, la lotta a mani nude, l'equitazione e l'educazione fisica, ma anche le caratteristiche delle diverse armature e consigli di tattica militare, oltre a numerose divagazioni filosofiche (teoria degli umori, anche applicata al combattimento, caratteristiche guerresche dei vari popoli europei e confinanti...).
L'impostazione del trattato, piuttosto caotico nella trattazione (non per niente Pietro Monte stesso lo definisce "Collectanea"), sotto molti aspetti è da considerarsi più medievale che rinascimentale.

Estratti da:

Pietro Monte

Petri Monti exercitiorum atque artis militaris collectanea in tris (sic) libros distincta

Trascrizione e traduzione dal latino: Marco Rubboli

Libro Secondo

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Cap. VIIII
In che modo dobbiamo passeggiare in armi

In armi è opportuno che disponiamo le forze in alto e i piedi lievi: e non lontani l'uno dall'altro, affinché possiamo saltare e passeggiare innanzi e indietro o anche porli all'intorno ai lati: e in questo modo si deve avere l'intento che l'arma vada sempre tra noi e l'avversario. Infatti deviandola verso qualunque lato, molto più in alto, o più in basso, allora vi sarebbe pericolo per noi; e sia che abbiamo un'arma difensiva, ovvero che con quella stessa con cui offendiamo vogliamo ripararci, sempre sarà più sicuro sottrarre il membro nel quale l'altro ci vuole percuotere: non che dobbiamo perdere terreno in questo, se non tanto che non possa coglierci: o che il colpo dell'avversario passi invano; inoltre ci conviene più spesso ritrarci deviando con un passo di lato. E allora bisogna gettare i nostri colpi verso le parti scoperte dell'assalitore, facendo una finta minacciando una parte del corpo con un mezzo colpo, tuttavia allora senza alcun movimento dell'arma, e poi velocememente torniamo a fare un colpo disteso dall'altra parte; e sempre le gambe e le braccia (vadano) da una parte all'altra insieme ai colpi; e muoviamoci con passi brevi a modo di dissimulazione.

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Cap XVIIII
Del gioco della spada a due mani

Le armi che sono corte corrispondono al gioco della spada a due mani (le armi lunghe sono per Monte le armi d'asta). I colpi principali sono due (colpi) ascendenti da qualunque parte dei nostri fianchi; e l'ultimo deve finire con una stoccata ovvero punta; e che immediatamente ritiriamo indietro per coprirci; oppure per toccare una qualunque parte del corpo con qualunque colpo ridoppiato. Le nostre braccia invero devono rimanere alzate innanzi o estese; e dobbiamo tornare indietro con gli stessi passi con i quali abbiamo avanzato, e la spada non si deve lasciare andare per traverso: allora infatti il fianco rimarrebbe scoperto: e perciò bisogna scansare il fianco, e rettamente è mostrato a chi osserva la pericolosità del ritardo nel coprirsi. E questa spada a due mani insegna a schivare, conservare e allontanare le mani e a colpire spesso con i nostri colpi alle mani dell'altro. Quando infatti egli volesse fare la volta più grande o quella che non ha lebraccia diritte, è facile che sia toccato. E quando si avanza con i due (colpi) ascendenti) da qualunque parte si voglia, bisogna avanzare con il piede che (prima) rimaneva dietro, e l'ultimo (colpo) ascendente si deve guidare in una stoccata, come abbiamo detto. Ma rapidamente le braccia devono essere raccolte sopra l'altro lato, e tutta la persona deve essere girata dietro; ed anche è bene gettare la stoccata in questo modo con la spada a una mano, soprattutto se abbiamo qualche arma difensiva, ed è opportuno inoltre lanciare i due colpi ascendenti dalla parte destra. E qui il primo passo (sarà) col piede sinistro; e il secondo deve essere fatto con il destro insieme con la punta. Ma subito entrambi i piedi devono retrocedere; e questo può essere fatto da ambo i lati.

Citazioni da

Baldassarre Castiglione

Il Cortegiano

"Ma per venire a qualche particularità, estimo che la principale e vera profession del cortegiano debba esser quella dell'arme..."

"Qualche volta nasceano altre disputazioni di diverse materie, o vero si mordea con pronti detti; spesso si faceano imprese come oggidì chiamiamo; dove di tali ragionamenti maraviglioso piacere si pigliava per esser, come ho detto, piena la casa di nobilissimi ingegni; tra i quali, come sapete, erano celeberrimi il signor Ottaviano Fregoso, messer Federico suo fratello, il Magnifico Iuliano de' Medici, messer Pietro Bembo, messer Cesar Gonzaga, il conte Ludovico da Canossa, il signor Gaspar Pallavicino, il signor Ludovico Pio, il signor Morello da Ortona, Pietro da Napoli, messer Roberto da Bari ed infiniti altri nobilissimi cavalieri; oltra che molti ve n'erano, i quali, avvenga che per ordinario non stessino quivi fermamente, pur la maggior parte del tempo vi dispensavano; come messer Bernardo Bibiena, l'Unico Aretino, Ioanni Cristoforo Romano, Pietro Monte, Terpandro, messer Nicolò Frisio; di modo che sempre poeti, musici e d'ogni sorte omini piacevoli e li più eccellenti in ogni facultà che in Italia si trovassino, vi concorrevano."


"...ché sí come del lottare, volteggiare e maneggiar molte sorti d'armi ha tenuto per guida il nostro messer Pietro Monte, il qual, come sapete, è il vero e solo maestro d'ogni artificiosa forza e leggerezza, cosí del cavalcare, giostrare e qualsivoglia altra cosa ha sempre avuto inanzi agli occhi i piú perfetti, che in quelle professioni siano stati conosciuti."


"E però in loco di questo non sarebbe forse stato male insegnar qualche particularità di quelle che appartengono al servizio della persona del principe, ché pur al cortegian si convien saperle ed aver grazia in farle; o veramente dir del modo che s'abbia a tener negli esercizi del corpo e come cavalcare, maneggiar l'arme, lottare ed in che consiste la difficultà di queste operazioni -. Disse allor la signora Duchessa ridendo: - I signori non si servono alla persona di cosí eccellente cortegiano, come è questo: gli esercizi poi del corpo e forze e destrezze della persona lassaremo che messer Pietro Monte nostro abbia cura d'insegnar, quando gli parerà tempo piú commodo;"


"Però questi che, quando son per far qualche impresa, parlan tanto e saltano, né possono star fermi, pare che in quelle tali cose si svampino e, come ben dice il nostro messer Pietro Monte, fanno come i fanciulli, che andando di notte per paura cantano, quasi che con quel cantare da se stessi si facciano animo..."

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